Anna Corti, ricercatrice Anthem, è vincitrice del Premio Young Talents Italia nella ricerca per la predizione del rischio cardiovascolare
Premiata tra le eccellenze delle donne nella scienza con il Progetto PRISM che svolge presso il Politecnico di Milano, uno dei 4 Spoke che collaborano al Progetto Anthem
Anna Corti, 29 anni, ingegnere biomedico e ricercatrice Anthem al Politecnico di Milano, è tra le vincitrici dell’esclusivo Premio Young Talents Italia, organizzato da L’Oréal Italia Unesco per le Donne e la Scienza. La XXII edizione del premio ha selezionato sei vincitrici tra oltre 260 candidature, riconoscendo il valore delle giovani ricercatrici italiane under 35 in diverse discipline. Tra le ricerche eccellenti spicca proprio il lavoro di Anna Corti, premiata per il suo innovativo progetto nel campo del rischio cardiovascolare.
La dott.ssa Anna Corti ha presentato il progetto denominato PRISM (Predizione delle placche carotidee vulnerabili: l’approccio sinergico di radiomica e biomeccanica), nato circa un anno e mezzo dalla collaborazione tra il Politecnico di Milano, Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, e l’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
“Il progetto PRISM è sicuramente parte di una ricerca più ampia, che svolgo anche attraverso il ruolo di RTDA nel progetto Anthem, e che è sempre rivolta allo sviluppo di modelli predittivi di rischio cardiovascolare attraverso l’integrazione di elementi di biomeccanica computazionale (come analisi fluidodinamiche e strutturali) e metodi avanzati di analisi di immagini mediche – come la radiomica – che sfruttano tecniche di intelligenza artificiale”
“L’idea del progetto è quella di sviluppare un modello per l’identificazione delle placche carotidee a rischio di rottura – che possono quindi portare a ictus ischemici cerebrali – combinando, con tecniche di intelligenza artificiale, aspetti derivanti dalle immagini mediche con aspetti biomeccanici”
spiega Anna Corti. Questo approccio innovativo è stato valutato positivamente non solo per la sua valenza scientifica, ma anche il potenziale impatto sociale del progetto che contribuirebbe significativamente alla definizione di nuovi marcatori di vulnerabilità della placca carotidea, consentendo un efficace riconoscimento dei soggetti a rischio di ictus.
Anna Corti ricopre il ruolo di RTDA (Ricercatrice a Tempo Determinato di Tipo A) all’interno del progetto Anthem – AdvaNced Technology for Human centEred Medicine, un’Iniziativa finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Piano Nazionale Complementare (PNC), che ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo del suo lavoro. Anna, nell’ambito del progetto Anthem, collabora agli obiettivi dello Spoke 3, in particolare agli obiettivi della linea di ricerca del Pilot 3.3: Innovation of diagnostic approaches in chronic heart and lung diseases.
Anthem è infatti un programma dedicato allo sviluppo di tecnologie avanzate per migliorare la diagnosi e il trattamento delle malattie croniche, con l’obiettivo di ottenere risultati concreti a breve termine per pazienti appartenenti a specifiche comunità di riferimento. Questo ambizioso progetto prevede la creazione di dispositivi e strumenti digitali innovativi per la raccolta dati, finalizzati a supportare soluzioni di medicina personalizzata e di prossimità. Anthem si concentra, inoltre, sullo sviluppo di strumenti per il monitoraggio e la cura da remoto, permettendo una gestione più efficiente e tempestiva delle condizioni di salute dei pazienti.
In un contesto dove si parla spesso di “fuga dei cervelli”, Corti rappresenta un esempio di come sia possibile svolgere ricerca di alto livello in Italia.
“Sicuramente Anthem è stata per me un’opportunità di rimanere in Italia con una posizione RTDA (che è il primo ruolo da ricercatore della carriera accademica). Prima del PNRR la carriera accademica era spesso caratterizzata da diversi anni di assegno, questa iniziativa mi ha permesso di fare un percorso più veloce e avere una spinta nella mia carriera, motivandomi a rimanere nel mio Paese”
conclude la ricercatrice, sottolineando come il progetto Anthem, e il finanziamento ministeriale nell’ambito del Piano Nazionale Complementare al PNRR, abbia in qualche contribuito a ridurre la fuga di cervelli, nel suo come in diversi altri casi.
“Cosa vuol dire fare il ricercatore è una cosa che si scopre facendolo. Io ho capito che amavo questo lavoro quando per la tesi magistrale ho passato un periodo di studio allo Houston Methodist Research Institute, sempre in collaborazione con il Politecnico di Milano, e da lì mi sono appassionata alla ricerca e ho deciso di continuare con il dottorato di ricerca” aggiunge Anna.
“Sono una persona curiosa, creativa e credo che la curiosità stia alla base del mondo della ricerca. La collaborazione è fondamentale per far progredire la conoscenza e l’opportunità di proseguire con la carriera accademica offerta da Anthem e dal Politecnico di Milano mi permette di lavorare in un ambiente vitale e collaborativo che sostiene la mia motivazione per continuare a cercare soluzioni innovative nell’ambito della medicina personalizzata. Il mio desiderio è continuare a lavorare in ambito accademico in Italia”.
Il successo di Anna Corti testimonia l’importanza di sostenere la ricerca scientifica e i giovani talenti in Italia. La combinazione di competenze avanzate in intelligenza artificiale, biomeccanica e analisi di immagini mediche rappresenta un passo avanti significativo sia in termini diagnostici che terapeutici, contribuendo ad una migliore prevenzione dell’ictus e della gestione della patologia nell’ambito della medicina di precisione.